Il raggiro su whatsapp: quando se ne accorge è inutile insistere con l’istituto di credito, che nega la richiesta del correntista di bloccare il versamento di 4.000 euro. Indagano i carabinieri di Alba Adriatica
TERAMO – Cambia il modus operandi dei truffatori che mettono nel mirino gli anziani, dimostrando una vivacità nello studio e nell’aggiornamento delle tecniche criminali per raggirare persone in buona fede. Messa da parte quella della telefonata del nipote in difficoltà e dell’amico che accompagna il nonno a prelevare in banca o alla posta i soldi necessari, i delinquenti hanno fatto il salto di qualità: adesso sfruttano le chat e i bonifici bancari.
Ci sono numerosi e recenti esempi. L’ultimo – sul quale indagano i carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica – ha fruttato quasi 4.000 euro con una ‘semplice’ interlocuzione su whatsapp in cui la vittima è stata avvisata – da chi si spacciava per suo figlio – dell’improvviso cambio di numerazione telefonica: è stato il ‘gancio’ per avviare una conversazione che ha ingannato l’anziano fino a fargli effettuare un bonifico – su un Iban di una banca spagnola -, con tanti saluti a qualche migliaio di euro. Immaginate la delusione e l’apprensione che genera in un anziano scoprire, a distanza di poco tempo, che il figlio sta bene, non ha problemi e il suo numero di cellulare è sempre lo stesso.
Perchè la truffa attraverso bonifici bancari è più insidiosa delle ‘tradizionali’? Perchè se la vittima si accorge del raggiro, come è accaduto in questi giorni nel Teramano, e prova ad impedire che i soldi vengano recapitati ai malfattori, trova un insormontabile ostacolo nella banca, che indirettamente veste i panni del… complice dei truffatori che non ti aspetti. Questi lo sanno bene e chiedono per questo il bonifico istantaneo, incassabile da dovunque in tempi rapidi, vanificando qualsiasi tentativo di blocco. All’anziano teramano è capitato però che, dopo aver effettuato un bonifico ordinario, con data di regolamento al giorno dopo, la banca non ha sentito ragioni e non ha proceduto all’annullamento della transazione. Negando un diritto al ‘proprietario’ del denaro di decidere cosa farne. Il sistema cioè sembrerebbe non garantisce il truffato, ma paradossalmente il truffatore. E ancor più clamoroso, prevede che per annullare un bonifico, il ricevente (in questo caso il malvivente) deve essere d’accordo…
Dunque, nel caso dell’anziano teramano, la vittima da cliente dell’istituto di credito si è ritrovato a scoprire che la sua banca ha permesso che la truffa da ‘tentata’ diventasse ‘consumata’. Capite bene che questo vanifica anche tutti gli sforzi sulla prevenzione che quotidianamente, soprattutto i carabinieri del comando provinciale di Teramo, stanno profondendo. Lezioni nei circoli anziani, incontri nelle parrocchie, raccomandazioni attraverso i media, sono azioni che si infrangono, in casi come questo, contro l’asetticità di un sistema bancario che dietro l’alibi del prevenire le truffe, decide il da farsi sul denaro dei correntisti.
Come detto, i carabinieri sottolineano anche la dinamica caratteristica di queste truffe informatiche: il meccanismo psicologico. Si sfrutta cioè lo stato di necessità e di urgenza che incide sulla vittima e che, in quel momento, avverte di avere la responsabilità di un ruolo determinante. “Suo figlio si trova in difficoltà e se non fa subito un bonifico, potrebbe avere dei problemi seri”. In questa situazione di stress, talvolta, gli anziani non sono portati a elaborare razionalmente le informazioni e reagiscono in modo automatico e indotto. L’Arma ricorda di fare “attenzione perché queste operazioni vengono realizzate da organizzazioni straniere, per cui i messaggi sono scritti male, soprattutto in riferimento alle risposte fornite alla vittima”.